venerdì 16 marzo 2018

Tra i coach più noti in Italia, sicuramente Dan Peterson (per l’occasione in una vecchia copertina di Sportweek di un paio di anni fa). La parola coach è oggi sempre più utilizzata non solo nello sport ma in vari ambiti tra cui quello della formazione, dove il coaching è un metodo di intervento oramai ben codificato.
Fin qui niente di strano o di nuovo. Ciò che però è piuttosto insolito è l’etimologia della parola. Il termine “coach” deriva dalla lingua ungherese, da Kocs, una città vicina a Budapest che nel 16esimo secolo era nota per la produzione di carrozze di qualità. Dalla parola originale ungherese ci si sono stati almeno un paio di passaggi, dal tedesco e dal francese, fino all’approdo alla lingua inglese.
In inglese infatti il termine “coach” significa letteralmente “carrozza, vagone, pullman”. Poi, dalla metà dell’ottocento, la parola è stata adottata anche nei college britannici per riferirsi a un tutor, a una guida. E così si è arrivati all’uso odierno della parola, “Fe-no-me-na-le”.


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